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Ecco perché Sarri non vuole più risolvere il contratto con la Juve

Ecco perché Sarri non vuole più risolvere il contratto con la Juve – Gli ultimi due allenatori campioni d’Italia, Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, sono senza una squadra (Allegri anche senza contratto). Chi ha vinto lo scudetto prima di loro, Antonio Conte, vive un momento cruciale con l’Inter. E’ curioso come il destino stia intrecciando le carriere degli ultimi tre allenatori della Juventus.

Maurizio Sarri, in questo momento, sembra non avere più tanta fretta di risolvere il contratto con la Juventus. C’era stata una forte accelerazione nelle trattativa, intorno a metà ottobre, quando le voci dell’esonero di Iachini da parte della Fiorentina si erano fatte insistenti.

Non è un mistero che allenare la Viola rappresenti uno dei sogni calcistici di Sarri e sembrava proprio essere arrivato il momento buono. A che punto fosse la trattativa fra Sarri e Fiorentina non è noto, ma il fatto che proprio in contemporanea alla virata di Commisso su Cesare Prandelli si sia improvvisamente raffreddato (per non dire proprio congelato) il discorso risoluzione fra la Juventus e Sarri resta un indizio molto forte di quello che stava accadendo.

Ecco perché Sarri non vuole più risolvere il contratto con la Juve, la spiegazione

E che, magari, potrebbe accadere a giugno. Il contratto di Prandelli scade a fine stagione: a quel punto la Fiorentina sarà libera di scegliere se continuare con l’ex ct azzurro o ingaggiare Sarri, al quale effettivamente serve sempre almeno un’estate per impostare il suo progetto tattico in modo compiuto.

Nel frattempo fra la Juventus e Sarri esisterebbe solo una pendenza: i 2,5 milioni di euro della clausola per il mancato rinnovo del terzo anno. Risolvere, insomma, sarebbe più semplice, anche se meno risparmioso per i bianconeri di quanto avrebbe potuto essere con una risoluzione in queste settimane.

Massimiliano Allegri non è più legato alla Juventus se non da un forte vincolo di amicizia con il presidente Andrea Agnelli, che tuttavia non rappresenta un ostacolo per nessuna delle sue prossime avventure professionali. A settembre è entrato nel suo secondo anno di inattività e, probabilmente, la panchina inizia a mancargli, nonostante la sua indole flemmatica.

Proposte non gli sono mancate, ma per ora nessuna è stata avanzata in modo così deciso da convincerlo. Se i contorni del corteggiamento da parte del Psg non sono mai stati molto chiari (fra gossip e smentite), è decisamente più circostanziata l’ipotesi Inter, che è stata molto concreta fra la fine dello scorso campionato e la finale di Europa League, persa dai nerazzurri contro il Siviglia.

In questo momento l’Inter non sembra orientata a cambiare allenatore: al di là di ogni considerazione tecnica su Conte, c’è infatti una questione prettamente economica.

La probabile eliminazione dalla Champions League costerebbe parecchio in termini di introiti, aggiungervi un esonero (da 12 milioni netti) e nuovo ingaggio (che potrebbe non discostarsi molto come cifra) sarebbero due macigni per il bilancio.

Tuttavia, qualora accadesse qualcosa di imperscrutabile ad oggi, la scelta ricadrebbe quasi certamente su Allegri, che sarebbe felicissimo di poter tornare a lavorare con Marotta, a Milano e vicino ai suoi affetti. Ecco perché per distoglierlo dall’attesa nerazzurra ci vuole una proposta molto, molto, interessante.

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fonte: tuttosport.com

Questo post è stato pubblicato il 28 Novembre 2020 13:14

Leonardo Costa

Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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