Allegri torna subito alla Juve in caso di crollo Sarri: l’indiscrezione di Repubblica

Allegri torna subito alla Juve. E’ questa la clamorosa indiscrezione lanciata questa mattina da La Repubblica, secondo cui la sconfitta e la brutta prestazione in LioneJuve potranno pesare gravemente sul futuro di Maurizio Sarri. Ecco l’articolo tratto da repubblica.it:

“Dopo sette mesi di lavoro è come se la Juventus non avesse un allenatore. E’ come se si allenasse da sé. I giocatori cercano di seguire indicazioni vaghe, confuse, non assimilate. Quando Maurizio Sarri ammette di non riuscire a far passare un concetto in fondo semplice come la velocità nei passaggi e nella circolazione della palla, dimostra una candida impotenza: è il maestro che dice ai genitori di non essere capace a insegnare l’alfabeto ai ragazzini.

Ogni volta che questo singolare allenatore apre bocca, il mondo bianconero trema. A Lione è riuscito a dire che in Italia gli arbitri avrebbero fischiato quei rigori su Ronaldo e Dybala. A parte il fatto che era netto solo quello sull’argentino, certamente Sarri voleva spiegare un diverso metro di valutazione. Ma è come se avesse detto che in Italia la Juventus è aiutata dagli arbitri. Non voleva dirlo, ma lo ha detto.

Allegri torna subito alla Juve, l’indiscrezione di Repubblica

Una sconfitta per 0-1 contro un avversario volitivo e modesto si può rimediare, anzi si deve. un progetto mai nato forse no. Sembra già tardi. Maurizio Sarri era stato scelto dalla Juventus perché, oltre ai risultati, portasse una mentalità diversa, più europea e offensiva. Ormai in tanti pensavano che il gioco di Allegri fosse esteticamente modesto, troppo difensivo. Il guaio è che il famoso “sarrismo” prevede tempi di didattica che una grande e famelica padrona del calcio non si può permettere: la Juve deve vincere, poi si può dibattere il come.

Il tempo impiegato da Sarri a spiegare ai difensori di guardare la palla e non l’uomo, e di alzare la famosa linea, ha portato Szczesny e Buffon a incassare molti più gol che in passato. Troppi. Il dogma della difesa a 4 non viene mai messo in discussione da Sarri, ma la Juve è sempre stata abituata a giocare a 3. Col rientro di Chiellini, che alla Juve è mancato come il pane, la linea perfetta sarebbe appunto De Ligt, Bonucci e Chiellini. Non accadrà, e sarà un’altra occasione perduta.

E’ come se la Juve non avesse un’identità, e nemmeno una formazione-tipo. Sarri ha oscillato per mesi tra il trequartista o le tre punte, ora sembra avere scelto la seconda soluzione ma la squadra si muove improvvisando, è lenta («Andiamo ai dieci allora», ammette un allenatore forse troppo candido, forse troppo sincero, ai limiti dell’autolesionismo) e soprattutto manca di furore agonistico.

Piaccia o no, la Juventus più forte nel tempo è sempre stata “cattiva”: con Trapattoni, Lippi, Conte, Allegri. Questa di Sarri è invece morbida come un peluche, e addirittura il capitano Bonucci ha dovuto rimproverare i compagni di scarsa concentrazione durante il riscaldamento in Francia. L’esperto guerriero aveva già capito tutto.

Poi, è chiaro che la Juventus potrà eliminare il Lione e forse battersi per lo scudetto fino in fondo. Però sembra che qualcuno stia indossando gli abiti di un altro, nonostante qui ci sia il secondo miglior calciatore al mondo: fino a quando non si scoccerà, Cristiano Ronaldo? Fino a quando questa sua disarmante solitudine non gli peserà in modo fatale?

Non pochi, dentro la squadra e in sede, già in autunno avevano capito che Maurizio Sarri non è adatto alla Juventus. Succede, anzi è già successo anche al club più vincente di sempre. Siccome la Juve non esonera, adesso si tratta di arrivare a giugno e poi scegliere l’uomo giusto. Ma se la situazione dovesse precipitare, non è escluso il provvedimento drastico: cioè il ritorno di Massimiliano Allegri, al più presto, per salvare il salvabile“.

sarri-allegri-abbraccio-juve
sarri-allegri-abbraccio-juve

Roberto Ferrero
Roberto Ferrerohttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Ho la fortuna di seguire il calcio per lavoro ma è la mia più grande passione. La mentalità sportiva con la quale sono cresciuto mi facilita il compito di giornalista imparziale. La mia seconda passione sono i motori. Leggo, studio e seguo corsi di aggiornamenti per giornalisti e tecnici dell'informazione.

ultimi articoli