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Pirlo: “La Juve per me è una famiglia! Sogno di fare come Zidane e Guardiola”

Sogno di fare come ZidaneAndrea Pirlo torna alla Juventus. Dalla prossima stagione sarà il nuovo allenatore della Juventus Under 23 e oggi l’ex centrocampista bianconero si presenterà in conferenza stampa: “Grazie al presidente, a Paratici e a Cherubini per avermi offerto questa opportunità di tornare in famiglia. Spero di avere stesse soddisfazioni da calciatore, stesse ambizioni ma sarà un lavoro nuovo, non vedo l’ora di cominciare. Ho avuto necessità di staccare un po’, ma studiando ai corsi di Coverciano ho capito che la mia strada sia questa”.

Sogno di fare come Zidane

PERCORSO – “Ho iniziato a fare i corsi quando ho smesso di giocare. Prendo il patentino, poi magari mi capiterà l’occasione di fare allenatore. Poi man mano mi è venuta la voglia di saperne di più e poi ho detto: questo sarà il mio lavoro. Mi sono concentrato al 100% e non vedevo l’ora di finire per iniziare. Ho avuto tanti allenatori bravi nella mia carriera, ma ognuno deve fare la sua strada. Io ho il mio modello di gioco, da un po’ di tempo. La mia squadra dovrà giocare bene, avere la padronanza del gioco e puntare sempre a vincere. Odiavo tante cose da giocatore e non le farò ora dalla panchina”​

SARRI – “Mi sarebbe piaciuto giocare nella Juve di adesso, magari un po’ più giovane. Quindi giocare con questo gruppo di giocatori. Il gioco di Sarri mi piace, il play gioca tantissimi palloni e sarebbe stato adatto alle mie caratteristiche”​

SQUADRA – “Fortunatamente conosco i giocatori dell’Under 23. Mi piacev vedere la crescita di questo progetto, li ho seguiti durante questi anni. Sono migliorati, allenandosi con Sarri hanno avuto modo di migliorare, dovrò creare un rapporto quotidiano anche con l’allenatore per avere valutazioni quotidiane per tutti e due, per la sua squadra e per la mia. La prima squadra è una cosa, io sono al di sotto. Lo scudetto è già stato vinto, c’è da guardare alla Champions, partita difficile, vengono da un’inattività di qualche mese, si saranno preparati alla morte. La Juve arriva da tante partite consecutive, un po’ di stanchezza è normale che ci sia, credo arriveranno con la forza e la mentalità giusta per arrivare in fondo”.

MILAN E JUVE – “Legame con la Juve? Sono arrivato in questa nuova famiglia dopo i 10 anni al Milan. Mi sono trovato benissimo con questi uomini, ho sempre mantenuto i rapporti. Ci vedevamo anche in giro per la città, il rapporto di stima e amicizia è sempre rimasto. Al Milan non c’è nessun dirigente di quando c’ero io, Maldini era un mio compagno, mi sembra normale che il percorso sia stato quello di venire a vivere a Torino e poi a lavorare ancora grazie a loro alla Juve”.

DIRIGENTE – “No, ci ho pensato. A me piace stare sul campo, vivere la partita, essere protagonista. Ho sogni da raggiungere e li voglio raggiungere personalmente non da esterno, il ruolo perfetto è l’allenatore. Era quello che volevo fare”.

RAGAZZI – “Dirò a loro le cose che mi piacevano dei miei allenatori precedenti, sono stati un aiuto per il mio futuro. Dovrò spiegare cosa vuol dire giocare nella Juve, cosa vuol dire fare sacrifici per arrivare in prima squadra. Tuti quello che giocheranno contro la Juve lo faranno col coltello tra i denti e noi dovremmo calarci in questa mentalità con le giuste motivazioni, siamo la Juve ma giochiamo in Lega Pro e serviranno le giuste motivazioni”.

BRASILIANI – “Li ho seguiti, spero di poterli avere a disposizione, avrò modo di poterli conoscere meglio”. 

MODULO  – “Secondo me non sono fondamentali, in base ai calciatori che hai a disposizione, ce ne possono essere tanti ma è l’occupazione degli spazi la cosa più importante, coi giocatori giusti. Ed avere idee e principi di gioco ben chiari da attuare”.

GUARDIOLA E ZIDANE  – “Le responsabilità le gestisco da quando ho 14 anni, se non le ho non sto bene. A tutti piacerebbe fare il percorso che hanno fatto Guardiola e Zidane ma bisogna meritarselo dopo un percorso, con tempo ed esperienza. Ho avuto offerte di Serie A e Premier, ma questa è la strada più giusta per me”

SCINTILLA – “In difficoltà no, magari quando c’erano materie tipo psicologia ed altre che erano lontane dal rettangolo di gioco. La scintilla è scattata quando di notte invece di dormire immaginavo i giocatori in mezzo al campo. Lì ho pensato: devo fare questo”.

2006 – “C’era passione e voglia di giocare a calcio. Generazione diversa da quella che c’è adesso, tanti sono diventati allenatori, tantissimi miei ex compagni della Coppa del Mondo. Non so cosa c’era. Eravamo persone perbene che avevano ambizione voglia di gioire, soffrire e passione. La passione è quella che ti fa andare avanti e voglia di raggiungere obiettivi. Se non hai voglia e ambizione devi andare a fare altro”.

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fonte: ilbianconero.com

Questo post è stato pubblicato il 1 Agosto 2020 8:44

Leonardo Costa

Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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