Szczesny: “Mani di De Ligt? Gli arbitri hanno ammesso gli errori, ma i media in Italia non ne parlano”

Wojciech Szczęsny ha parlato, insieme a Matthijs de Ligt, al canale YouTube Foot Truck. Ecco le sue parole. 

AJAX – “Non ricordo, non ha segnato. Nessuno si è accorto che è stato quasi un autogol, Rugani ha segnato quel gol e anche Rugani non lo sa. Lo stile con cui giovano faceva innamorare, Tadic era in Premier League, era un buon giocatore, giocava esterno. Ma all’Ajax era perfettamente inserito nello stile di gioco, gioca quasi come a calcetto, cerca sempre qualcuno, era bello da vedere, non tanto da giocarci contro”.

“Ogni grande club ha un grande settore giovanile ma la proporzione di giocatori che l’Ajax produce è strana, il doppio della successiva in Europa. Anche il modo in cui fanno mercato, se non puoi permetterti un big per rimpiazzare un giovane, ti tieni il giovane. Se c’è qualche giocatore buono diccelo (a De Ligt, ndr), lo diciamo a Paratici…o Ronaldo”.

LE PAROLE DI RONALDO A DE LIGT – “E’ la stessa cosa che racconta Aaron (Ramsey ndr), lui ti dice: ‘Mi hai chiamato prima di andare alla Juve’. Nella tua testa non fa una grande differenza nella tua testa, ma se Ronaldo viene da te e ti dice: ‘Sarebbe buono per te’..ci pensi. Magari non cambia le tue idee ma pensi: ‘Ronaldo pensa che sarebbe una buona scelta per me quindi forse lo è’”

SULLA SFIDA DI CHAMPIONS – “Quando abbiamo analizzato l‘Ajax la scorsa stagione abbiamo pensato che giocassero a calcetto. C’è la forma della squadra ma non ruoli definiti, immagina come se De Ligt giocasse a centrocampo. Sulle fasce c’erano esterni veri come Neres..ma quando vedi uno come De Jong, pensi a un regista, leggero, era tosto, avrebbe potuto giocare difensore centrale. Nel secondo tempo a Torino abbiamo provato a mettere pressione dopo aver preso il 2-1 e loro ne uscivano 3-4 volte”.

“Pensammo: ‘Non ne veniamo più fuori’. Pressavamo ma avevamo paura di scoprirci troppo e lasciare in 3 contro 2 dietro. Alla fine non abbiamo creato niente. A quel tempo non avevamo idea di come pressarli, pressandoli sapevamo che avremmo potuto prendere gol in contropiede. Contro il Tottenham, non vorrei che vincesse mai, ma mi sarebbe comunque piaciuto che l’Ajax vincesse la Champions perché sarebbe stata una bella storia”. 

SU DE LIGT – “Eri un vero leader, poi sei arrivato alla Juve, che ha vinto tanto, vuoi tenere la tua personalità ed essere leader ma allo stesso tempo non sarebbe giusto, te lo devi guadagnare. Sono rimasto impressionato dalla tua attitudine. Di solito i giocatori giovani pensano: ‘Ok, me la prendo tranquilla’, si nascondo un po’…”

ARSENAL –  “All’Arsenal giocavamo bene con Wenger ma in allenamento non lo preparavamo mai, era improvvisato, ti gustavi il calcio. In Italia ogni allenatore che ho avuto aveva tutto programmato prima. Il giorno prima della partita c’è l’11 contro 11 con la Primavera, è qualcosa che non avevo mai visto”.

CAMBIARE CLUB – “Ho cambiato club solo due volte, più un prestito. Le prime settimane quando arrivi in un nuovo club non sai chi è tuo amico, con chi vai d’accordo, ti senti davvero te stesso quando vai sul campo e ti alleni”

FALLI DI MANO – ​“Nessuno lo dice, ma la scorsa settimana c’è stato un incontro di arbitri e hanno detto che contro Lecce e Torino non erano rigori. Nessuno dei media ne parla, amano solo parlare di quando ci sarebbe dovuto essere un rigore contro la Juventus. Ma quando l’arbitro dice: ‘E’ stato un errore’, nessuno ne parla più. Era stato sfortunato, credo che solo quello contro l’Inter fosse rigore, il resto è sfortuna…mano di Dio. Ora sei come Maradona”.

“Quando è così estremo, che prendi la palla di mano per un mese di fila, non vuoi renderlo scomodo, devi riderci sopra. Se eviti di parlarne, lo rendi scomodo. Anche io ho il prof. Buffon, a volte la vediamo in maniera diversa e gli dico semplicemente: ‘Non lo farei’, devi fare cose che ti senti tranquillo di fare. A volte i consigli sono buoni, ma alla fine vuoi essere te stesso. Matthijs è la collezione di due cose: bravo con la palla ma è anche un animale. Chiellini si è fatto male e io non sento la differenza, e questo dice tanto”.

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fonte: ilbianconero.com

Leonardo Costa
Leonardo Costahttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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