Ilaria D’Amico: “Dopo Rugani, con Buffon letti separati per lo spavento. Sul rinnovo…”

Ilaria D’Amico, in esclusiva, parla a Tuttosport della quarantena in casa Buffon. 

PIZZA – “E’ venuta un po’ alta per i nostri gusti, più americana che italiana. Forse abbiamo esagerato con le dosi. Ma ci è sembrata la pizza più buona del mondo perché l’abbiamo preparata tutti insieme: i bambini, Gigi e io. Buffon pizzaiolo? Si è impegnato molto, ma direi che è stato il peggiore… Molto meglio i bambini. Tra i tanti mestieri che potrebbe fare in futuro, pizzaiolo proprio non ce lo vedo”. 

A TORINO – “Nelle difficoltà e drammaticità del momento, per noi si sta dimostrando un esperimento totale e molto positivo. Un esperimento di vita sempre uguale, immersi nella nostra famiglia allargata. Due mesi sempre insieme e quasi sempre con tutti e quattro i bambini non li abbiamo mai fatti nemmeno in vacanza. Passati i primi dieci giorni, ci siamo detti: ‘Ma veramente noi non litighiamo mai?’. Siamo davvero fortunati”. 

RINNOVO – “Magari allora non sarò così libera io, quando rinnova… Anche se forse andrò prima in pensione io di quando smetterà Gigi”

I POSITIVI NELLA JUVE – “Ci siamo spaventati, anche perché Gigi per carattere è uno affettuoso, sempre dietro ad abbracciare i compagni. Quando si ripartirà dovrà trattenersi, ma è bravo a rispettare le regole. In effetti ci siamo un pochino suggestionati, ci sentivamo un po’ strani, febbricitanti. Fino al risultato dei tamponi, negativi per tutti e due, Gigi è stato in isolamento in camera da letto per proteggere i bambini. Gli allungavo pranzo e cena alla porta e io dormivo in un’altra stanza. Abbiamo trascorso tre giorni in apprensione, probabilmente era più suggestione, poi dopo i test abbiamo tirato un sospiro di sollievo e ci siamo riuniti”.

LA SPESA – “Gigi non ha messo ancora il naso fuori casa. Tanto lui dovrebbe andare con il foglietto, invece io guardo tra gli scaffali e trovo l’ispirazione per inventarmi qualcosa di sfizioso da cucinare. Non sono una gran cuoca, me la cavo con le paste, su tutte la carbonara. Ma per coinvolgere i bambini e occupare il tempo ci siamo buttati su torte, muffin, merende varie. Gigi invece è molto più utile come organizzatore di tornei sportivi. Avere un giardino è una grandissima fortuna. Su internet abbiamo acquistato una rete da pallavolo. Così abbiamo dai due ai tre tornei al giorno: pallavolo e calciotennis sono appuntamenti fissi del pomeriggio. Ma a volte, tra le lezioni e i compiti, c’è anche il torneo della mattina. E’ un calcio-basket che si è inventato Gigi. Non ci facciamo mancare nulla, anche gli schiamazzi… Anzi, dovremmo mettere un bel cartello sul balcone con scritto: ‘Cari vicini, scusateci per il disturbo'”. 

IN PORTA – “In porta anche con i bambini? No, quando giocano vuole stare sempre il più piccolo, Leopoldo. Ha 4 anni ed è fissato per il ruolo del portiere. Gli arrivano le pallonate dei fratelli, ma non molla e ribatte: ‘Tanto io non piango’. Erede di papà? Da madre spero che nessuno faccia il portiere. E’ un ruolo in cui le partite non finiscono mai, soffro da matti quando vedo Gigi giocare. L’altro giorno con i bambini stavamo leggendo i racconti sul Mondiale del 1958 e pensando alla Svezia mi si è riaperta la ferita della mancata qualificazione all’ultima Coppa del Mondo. Sportivamente parlando, uno dei momenti più dolorosi. Soprattutto sapendo quanto ci teneva Gigi. Ma per fortuna sono state talmente tante le emozioni positive che ci ha regalato in campo”. 

2006 – “Certo, le abbiamo viste le partite. E anche i ‘Buffa racconta’ e le storie di Giorgio Porrà. I bambini sono super appassionati: i grandi interrogano il piccolo anche sulle esultanze dei giocatori, da Cristiano Ronaldo a Dybala a Mbappé. Ha fatto effetto il papà in porta al Mondiale? Abituati. Anzi, il piccolo quando guardavamo la Juve e non trovava il padre, mi diceva ogni tanto: perché non c’è papà in porta?”. 

LA SFIDA – La nostra vera sfida è a carte. Adoriamo il Burraco. Ma in più di un mese e mezzo siamo riusciti a fare solo tre partite, il tempo vola. Stesso discorso per le serie tv. Sono piena di amici che le hanno esaurite tutte. Noi non abbiamo fatto in tempo nemmeno a vederne una. Ogni giorno ci appuntiamo i titoli che ci ispirano, ma poi non riusciamo. In compenso tutte le sere c’è l’appuntamento al cinema con i bambini: abbiamo visto tutti gli Indiana Jones, i film di Eddie Murphy, Verdone, Fantozzi, Benvenuti al Sud, al nord…”

MOMENTO – “Dopo la colazione, ci facciamo una lunga lettura di giornali. Ogni giorno l’edicolante ci porta i politici, gli sportivi. Ma anche quotidiani economici e stranieri. Alterniamo la lettura alle informazioni dei tg di Sky. Momento bellissimo. Se lo intervisto? Il calcio è il nostro lavoro e una delle nostre passioni, non l’unica. Gigi mi fa più domande sulla politica e sui personaggi che ho intervistato, del resto il mondo del calcio lo conosce già bene da solo”. 

SEGRETO SPOGLIATOIO – “Parliamo di tutto, però da quando sei anni fa ci siamo messi assieme abbiamo una regola sacra e a Sky la conosciamo benissimo: in trasmissione utilizzo quanto so come giornalista o attraverso i nostri bravissimi inviati, non il privato. Per fare un esempio: la formazione non la so mai prima”. 

RIDUZIONE STIPENDI – “Non c’era bisogno di miei consigli, ne ha parlato tanto al telefono, in quei 2-3 giorni. Lui, Chiellini e Bonucci mi sono sembrati subito in sintonia e ben attrezzati anche dal punto di vista pratico. Li ho sentiti spesso ripetere la stessa frase: ‘Dobbiamo metterci nei panni della Juve’. Hanno capito immediatamente l’esigenza del club e assieme a loro tutti i compagni. In questo la Juve è stata bravissima: riesce a far sentire i propri giocatori parte di un ingranaggio, di una grande storia. Per loro la Juventus è una seconda pelle. Si sentono partecipi del club nella buona e nella cattiva sorte. E sulla base di questo sono pronti a raccogliere tutti gli onori, ma anche a fare sacrifici”.

LEADER – Credo gli venga naturale essere un punto di riferimento ed essere a disposizione di tutti. Viene chiamato spesso dai compagni, dall’allenatore ai dirigenti”. 

ALLENAMENTO – “La Juve gli ha fatto arrivare a casa le attrezzature e ogni giorno ha i suoi compiti da fare. E non sgarra mai. A tavola, per esempio, se a pranzo fa uno strappo e mangia la mia carbonara, poi a cena va di pollo e verdure. Io invece sono meno brava, se preparo una fetta di pane con la cioccolata ai bambini finisco per mangiarmela pure io. Se mi fa da personal trainer? Normalmente lui fa sport tutti i giorni e io ne parlo solo, ma non mi alleno mai. In questo periodo in casa, invece, superati i primi giorni di smarrimento, abbiamo cominciato a fare insieme alcuni esercizi delle sue schede, ovviamente con ritmi diversi. Dopo sette giorni di esercizi e tornei vari in giardino, è scattato una sorta di allarme rosso nei miei muscoli. Mi sono bloccata e parlando con i fisioterapisti di Gigi al telefono, mi hanno detto che è pubalgia. Mi è venuto da ridere, pensavo fosse una cosa solo da atleti veri. Invece mi hanno spiegato che può venire anche se di colpo inizi a fare tanti addominali senza essere abituato. Così ho preso la pubalgia come giustificazione per fermarmi proprio. Sto riprendendo ora, ma ai miei ritmi. Lui suda molto e io poco. Gigi mi dice sempre che sono fortunata ad avere un gran metabolismo. E’ vero: ma un conto è non ingrassare, un altro è non avere muscoli”. 

SARRI – “Io partecipo solo alle cene di Natale con le famiglie, ma Sarri lo conosco sin dai tempi di Empoli. Anzi, una volta quando era allenatore del Napoli mi ha anche salvato il cellulare. ci siamo incrociati in stazione a Firenze, io scendevo e lui saliva per andare a Napoli. Stessa carrozza. Ha trovato il mio cellulare e tramite il capostazione me lo ha fatto riavere quando il treno è tornato indietro. Mi ha salvato la rubrica perché io, che sono un po’ pasticciona, non faccio spesso il backup”. 

RONALDO – “Non lo conosco bene, personalmente. Lui e Gigi hanno un gran rapporto di stima, ma era così già prima di ritrovarsi alla Juve. Cristiano e Gigi, dopo essersi sfidati tanto in passato, sono molto felici di poter giocare finalmente insieme. Ronaldo mi ha dato l’idea di aver capito perfettamente dove fosse capitato e di essere un ragazzo molto partecipe delle vicende e della vita di squadra”. 

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fonte: ilbianconero.com

Leonardo Costa
Leonardo Costahttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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