Ora Pjanic è un caso, ricordate la promessa di Sarri?

La Juve non gira perché Miralem Pjanic non gira. O Pjanic non gira perché la Juve non gira? Difficile capirlo, come in tante situazioni anche in questo caso forse la verità sta nel mezzo. Poi ci sono i numeri e questi spiegano come Pjanic sia partito come fulcro quasi esclusivo del gioco della Juve, salvo poi scivolare gradualmente ma inesorabilmente verso il basso, come rendimento, efficacia e continuità. 

Anche il bosniaco fa parte degli equivoci dell’era Sarri, almeno fin qui. Così come del centrale tema incastrato tra campo e mercato, dell’assenza di coppie in rose: un vice Pjanic non c’è, non è stato acquistato né ad agosto né a gennaio. 

IL TEMA – C’è Rodrigo Bentancur, con caratteristiche talmente diverse che l’uruguaiano è riuscito sì a diventare un titolarissimo di questa Juve, ma da mezzala destra. Tentativi con lui, che rimane la prima alternativa, ma anche senza successo con l’ex Emre Can e con Adrien Rabiot. In sostanza di Pjanic non si può fare a meno, pure quando avrebbe bisogno di rifiatare, innescando un circolo vizioso che sta portando il regista a una serie di prestazioni quantomeno deludenti.

I NUMERI – Lo confermano anche i numeri. L’obiettivo dei 150 palloni da giocare a partita non è nemmeno più un argomento alla Continassa, in campionato solo sei volte è stato sfondato il muro dei 100 palloni giocati da Pjanic, di queste ben quattro nelle prime cinque partite disputate per intero.

Poi il picco, a inizio 2020 contro il Cagliari. Infine una progressiva uscita di scena, la media è di circa 83 palloni giocati a partita in campionato, segno evidente che qualcosa non sia andato secondo i piani originari di Maurizio Sarri anche in questo senso. E contro il Verona i passaggi effettuati sono stati appena 40, mai così pochi nella stagione di Pjanic. Inizialmente era la soluzione al tema del Sarrismo. Ora sta diventando un altro problema.

pjanic-juve-2020
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fonte: ilbianconero.com

Roberto Ferrero
Roberto Ferrerohttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Ho la fortuna di seguire il calcio per lavoro ma è la mia più grande passione. La mentalità sportiva con la quale sono cresciuto mi facilita il compito di giornalista imparziale. La mia seconda passione sono i motori. Leggo, studio e seguo corsi di aggiornamenti per giornalisti e tecnici dell'informazione.

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