Kean intervista: “Che dispiacere lasciare la Juve! Senza Allegri…”

Kean intervista – “Da piccolo le figurine mi piacevano tanto, ma quando chiedevo i soldi a mia mamma lei non poteva darmeli, quindi non ho mai fatto la collezione.”

Dichiarazioni che rivelano quanto può essere dura la vita di un bambino come Moise Kean, che oggi però ha una carriera da calciatore ben avviata, e caratterizzata soprattutto dalla Juventus. Anche se oggi gioca insieme a Neymar e Mbappè (“I due attaccanti più forti che ci siano”) e sogna la Champions League col Paris Saint-Germain.

Ecco alcuni passi salienti dell’intervista di Kean rilasciata a Walter Veltroni per la Gazzetta dello Sport:

Kean intervista, le parole a La Gazzetta dello Sport

JUVENTINO FIN DA BAMBINO? – “Andavo pazzo per il calcio ma non tifavo nessuna squadra, scelsi il Milan per mio zio ma in realtà a ogni partita decidevo chi mi piaceva di più”.

ESTERNO O PRIMA PUNTA – “Gioco dove decide l’allenatore, mi importa solo giocare e far bene, segnare e aiutare la squadra”.

IL GOL PIÙ BELLO – “Finale Allievi nazionali Juve-Lazio, arrivò una palla a centrocampo e io di puro istinto tirai e la misi sotto la traversa”.

L’ALLENATORE PIÙ IMPORTANTE – “Corrado Grabbi per me è come un padre, mi ha tolto dalla strada e mi ha fatto conoscere la realtà del calcio e della vita. Ancora oggi mi segue e mi dà consigli. Alla Juve ho avuto poi tanti altri mister come Fabio Grosso, che nella Primavera mi ha fatto capire il calcio vero. E poi Max Allegri che mi ha dato fiducia anche se ero una testa calda. Mi ha fatto giocare e ha creduto in me, gliene sarò per sempre grato!”

COM’È ALLEGRI – “Un po’ particolare, a me piace molto. Magari scherzando, ti stimola a lavorare di più. Ti fa una battuta, tu lì per lì ridi ma poi ci ripensi e capisci che in quel modo ti ha voluto insegnare qualcosa. Senza di lui non sarei cresciuto così”.

LASCIARE LA JUVE – “Un po’ mi è dispiaciuto, questa società mi ha dato tutto e io ci sono cresciuto, senza di lei ora non sarei qui. Ma la vita di un giocatore è così e me ne sono fatto una ragione. La Juve resterà sempre nel mio cuore. Se ci tornerò? Non lo so, ora mi godo le semifinali di Champions col PSG e poi vedremo. Se sapessimo cosa succede domani, saremmo tutti ricchi”.

IL DIFENSORE PIÙ TOSTO – “Senza dubbio Van Dijk. E poi Chiellini, che mi ha lasciato una cicatrice in allenamento. Era il più saggio del gruppo, mi trattava come un fratellino, mi ha sempre dato consigli e mi diceva come entrare in gruppo e come starci. Consigli che mi hanno aiutato e porto con me”.

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fonte: ilbianconero.com

Leonardo Costa
Leonardo Costahttps://www.calcioj.com
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Torino. Dopo varie esperienze lavorative nell'ambito giornalistico, mi sono specializzato in quello sportivo e in particolare con il portale Calcioj.com. Da sempre pratico sport con una passione particolare per il calcio e la bici. Occhio sempre vigile sull'evoluzione dell'informazione.

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